Crociere: firmato il decreto anti-inchini
Mai più ‘inchini’ in aree protette vulnerabili o di rilevante pregio paesaggistico, a cominciare dalla laguna di Venezia e dal Santuario dei Cetacei, tra Sardegna, Italia e Francia.
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I ministri dell’Ambiente, Corrado Clini, e dello Sviluppo economico, Corrado Passera, hanno firmato il decreto rotte sicure, il primo nel suo genere, a seguito dell’incidente che ha provocato il naufragio della Costa Concordia dinanzi alle coste dell’Isola del Giglio il 13 gennaio scorso.
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L’annuncio del decreto proprio in occasione della visita del ministro Clini con il commissario per l’emergenza Giglio e capo della Protezione Civile, prefetto Franco Gabrielli.
“Stiamo dando risposta completa all’immagine di un’Italia pasticciona. La risposta di un paese evoluto che sa fare“, ha detto il ministro Clini, secondo il quale ora la priorità è la rimozione dello scafo: “Non deve rimanere un monumento lugubre“.
Il decreto, secondo Clini, è “un segnale forte per il turismo sostenibile, una norma quadro che prevede una zona cuscinetto tra aree particolarmente sensibili e le navi“.
Sul fronte del rischio ambientale, Clini ha parlato di “rischio ridotto rispetto agli incubi delle prime ore“.
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Un passaggio fondamentale per Gabrielli, secondo il quale “in 50 giorni è stato quasi azzerato uno dei rischi più temuti“, quello del carburante, recuperato all’85% rispetto alle 2.400 tonnellate circa contenute nei serbatoi.
“Questo mese – ha detto Gabrielli – è decisivo”, per valutare le soluzioni sul destino dello scafo. Entro la mezzanotte del 3 marzo dovranno essere presentate le varie opzioni dalla società Costa, “e noi non saremo – ha detto Gabrielli – spettatori disinteressati. Per noi l’obbligo è la tutela degli interessi pubblici“.
Secondo Gabrielli “l’emergenza potrà dirsi conclusa con la rimozione della nave e l’impatto tendente a zero“.
La soluzione più auspicabile, secondo Clini, è quella della rimozione per intero della nave. Le proposte verranno presentate entro metà marzo e ci vorranno altre due settimane per decidere l’opzione migliore.
Da parte sua Clini ha detto che “deve essere chiaro che la verità deve emergere tutta. Non è un accanimento, è semplicemente giustizia“. “Qui al Giglio – ha proseguito il ministro – è riconoscibile una svolta e abbiamo avviato oggi un programma per fare dell’isola un simbolo di sostenibilità“. “Quello che abbiamo capito è che questo incidente – ha detto ancora Clini – nasce da una gestione non intelligente delle rotte“.
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Da qui il decreto.
In particolare il provvedimento prevede che le navi di grossa stazza – oltre le cinquantamila tonnellate – navighino a due miglia dai confini delle aree marine protette.
Per il Santuario dei cetacei vengono previste norme ad hoc per le navi cargo che dovranno fissare i carichi per evitare la loro perdita in mare.
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Per la Laguna di Venezia il provvedimento prevede il divieto di transito nel bacino di San Marco e nel Canale della Giudecca per le navi superiori a quarantamila tonnellate.
Per San Marco il divieto scatterà appena le autorità marittime avranno individuato le vie alternative al transito.
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Soddisfazione è stata espressa dalle associazioni Greenpeace, Legambiente, Mare Vivo e Wwf, presenti sull’isola: “Siamo soddisfatti per quanto detto dal ministro, adesso serve un impegno preciso per rilanciare il ruolo e i contenuti del Santuario dei Cetacei. Nelle norme occorre ora includere sulle rotte anche le isole minori“.
(ANSA)
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