Venezia, grandi navi limitate ma la crisi non c’è
Le navi più piccole non hanno messo in crisi le crociere. E il limite di 96 mila tonnellate per il 2015 non ha causato danni, ma un aumento degli arrivi di navi e una lieve flessione dei passeggeri, solo il 5 per cento (1.635 mila).
Lo ha detto domenica il presidente di Vtp, Venezia terminal passeggeri, Sandro Trevisanato. Che al termine del suo mandato previsto per settembre ha inaugurato una nuova stazione passeggeri in Marittima, l’ex Magazzino 123 fino allo scorso anno destinato alle navi traghetto trasferite a Marghera.
Tempi record per la ristrutturazione, 650 mila euro di investimento.
«Lasciamo alla città una Marittima completamente ristrutturata», dice Trevisanato, «con quattro nuovi terminal. Nel 2000 il vicesindaco Vianello aveva definito questo porto la Beirut di Venezia, adesso lo abbiamo trasformato». L’ultima realizzazione, spiega Trevisanato, «ci ha permetterà di salvare la stagione e di accogliere qui 45 navi».
La notizia è che dopo il divieto – bocciato dal Tar ma comunque accolto dalle compagnie di crociera – l’annunciata crisi non c’è stata. «Non sono arrivate le supernavi da 140 mila tonnellate, ma sono aumentati gli attracchi di quelle «più piccole». Sono quasi raddoppiati gli approdi delle navi tra 40 e 96 mila (da 224 a 402), che hanno compensato la sparizione di quelle più grandi (185 nel 2013). Venuto meno quasi un milione di passeggeri che viaggiava sulle navi più grandi, si sono invece quasi triplicati i croceristi delle navi medie, passando da 662 mila a un milione e mezzo. «Abbiamo tirato un sospiro di sollievo», spiega il presidente Vtp, «e alla fine la perdita di passeggeri è stata di gran lunga minore del 60 per cento che avevamo previsto. La Costa non è più andata a Trieste, altre compagnie hanno accettato di ridurre le dimensioni. Senza il nuovo terminal 123 non ce l’avremmo fatta».
Fatto sta che il 2015, pur con le limitazioni imposte, si pone poco sotto l’anno record del 2013, quando si superarono il milione e 800 mila passeggeri. Navi più piccole significa maggiore disponibilità di banchine e stazioni, con costi maggiori, secondo gli amministratori delegati di Vtp Roberto Perocchio e Michele Cazzanti. Situazione buona, dunque. Anche se l’incertezza sulle soluzioni alternative a San Marco potrebbe ancora causare guai.
L’inaugurazione del nuovo terminal, in testa di banchina – potrà accogliere due navi medio grandi contemporaneamente – è stata l’occasione per i vertici di Vtp di fare il punto sull’attività svolta nell’ultimo decennio. «Quando sono arrivato, nel 2002», ricorda Trevisanato, «il porto passeggeri garantiva 300 mila arrivi l’anno. Oggi siamo arrivati a un milione e 600 mila». Alla nuova stazione Marittima, l’ex magazzino 103, inaugurata nel 2003, si sono via via aggiunte la 106-107, poi le due sulla banchina Isonzo (2009 e 2011), il 109-110 nel 2014. E adesso la 123. Investimenti per oltre 70 milioni di euro, per una società sempre in attivo, che ne fattura 37 con oltre 11 milioni di utile.
Una presenza cresciuta in modo esponenziale. «A qualcuno la croceristica forse non piace», dice con una punta di polemica Trevisanato, «ma noi siamo diventati il primo home port del Mediterraneo».
Fonte: La Nuova di Venezia e Mestre
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