Costa Crociere, ripresa la trattativa sui posti a rischio
Restano 22 posti di lavoro che non verranno rinnovati e, per i sindacati, anche 58 contratti a tempo indeterminato a rischio
Sono circa 80 per i sindacati i posti di lavoro in pericolo nella vertenza Costa Crociere. È quanto è emerso ieri, fonte sindacale, alla ripresa delle trattative. Trenta lavoratori hanno già firmato, o stanno per farlo, il contratto tedesco, è emerso, cinque hanno trovato una nuova occupazione e 27 sono a disposizione per la ricollocazione interna. Restano 22 posti di lavoro che non verranno rinnovati e, per i sindacati, anche 58 contratti a tempo indeterminato a rischio.
Qualcuno ha rispolverato le magliette storiche dei primi scioperi, con scritto «Costa non si sposta», per partecipare al presidio, organizzato dai lavoratori della Compagnia, in occasione della ripresa delle trattative tra azienda e sindacati per cercare di risolvere il problema degli esuberi annunciato nei mesi scorsi dall’azienda, con il trasferimento di 4 reparti ad Amburgo.
«L’approccio dell’azienda alla trattativa è positivo – spiega Giacomo Santoro, Segretario di Filt Cgil – ma quello che vogliamo è un impegno preciso a non avere esuberi e questa è la conditio sine qua non dalla quale partire per cercare soluzioni. Noi chiediamo che le iniziative siano legate a tutto il personale e non solo a quelle dei quattro reparti interessati anche perché in un’azienda come questa che ha mille dipendenti si possono trovare, sicuramente, ricollocazioni». «Noi continuiamo a considerare come fuoriusciti dal ciclo produttivo anche chi ha contratti a tempo determinato – spiega Luciano Rotella, Filt Cgil – mentre l’azienda la pensa diversamente». I sindacati, comunque, nelle prime fasi del tavolo di trattativa, hanno trovato una buona disponibilità da parte dell’azienda. «Noi abbiamo fiducia nella storia dell’ azienda Costa, che sino a oggi non ha mai licenziato nessuno e ha, anzi, assunto 200 persone – spiega Massimo Proglio, segretario Fit Cisl Liguria – ora stiamo elaborando le nostre controproposte che partono dalla garanzia che non ci siano esuberi».
Fonte: The Medi Telegraph
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