Grandi navi a Venezia, nuova rotta. Si pensa a San Marco
Quasi pronto il piano dell’Autorità portuale per la “Variante” al Contorta utilizzando i canali Tresse e Vittorio Emanuele. Il Governo studia una deroga
Lo scavo del vittorio Emanuele e del raccordo delle Tresse come variante del progetto Contorta, già all’esame del ministero per l’Ambiente. Si cambia rotta, come chiesto dal nuovo sindaco Luigi Brugnaro.
E nelle prossime ore gli uffici tecnici dell’Autorità portuale dovrebbe concludere la «Variante progettuale» che prevede adesso di far passare le grandi navi per il canale delle Tresse e il Vittorio Emanuele per farle arrivare in Marittima. Si dovranno scavare due canali, poco lontano dal Contorta, scavare il grande bacino di evoluzione, allargare le due vie d’acqua fin quasi a cento metri. Ma su questa ipotesi è stato raggiunto l’accordo tra il nuovo sindaco e l’Autorità portuale. Brugnaro ripete che «con i posti di lavoro non si scherza».Le compagnie premono, Vtp e Autorità portuale anche. «Bisogna eliminare l’incertezza», dicono, «altrimenti le grandi navi se ne vanno». In realtà nel 2014 non è successo. Pur con le limitazioni alla stazza i passeggeri sono rimasti pressocchè stabili. Il calendario 2015 è già pronto, l’ingresso alla Marittima si fa sempre per San Marco e canale della Giudecca, le navi non possono essere superiori alle 96 mila tonnellate.
Per tagliare i tempi ed eliminare l’incertezza, Brugnaro e Costa vogliono dare il via al più presto alla variante Vittorio Emanuele per far arrivare le grandi navi in Marittima. In prospettiva futura qualche nave «troppo grande» potrebbe essere ormeggiata a Marghera, dove si dovrebbe però costruire una nuova Stazione Marittima con tutti i sistemi di sicurezza previsti dalle nuove normative.
E intanto, dal 2015, le grandi navi potrebbero riprendere a passare per San Marco. Anche quelle al di sopra delle 96 mila tonnellate se il governo e il nuovo ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio accoglieranno le sollecitazioni delle compagnie: non più limiti di stazza ma divieti limitati alle navi di vecchia generazione. Più piccole ma meno sicure, dal punto di vista della manovrabilità e dell’inquinamento. Così almeno nel periodo transitorio a San Marco si potrebbero rivedere i giganti del mare.
Che peraltro non se ne sono mai andati. La stessa Vtp ha diffuso qualche mese fa dati confortanti. «Ma l’incertezza sul futuro deve finire», aveva avvisato il presidente Sandro Trevisanato.
Così, tre anni e mezzo dopo la tragedia della Costa Concordia il decreto Clini-Passera che vietava il passaggio delle navi in aree sensibili rimane per Venezia ancora inapplicato. La clausola per far scattare il divieto era quella di mettere in atto le alternative. Secondo il Porto non sono alternative che riguardano il terminal – quelle le deciderà il nuovo Piano regolatore portuale – ma solo di «tracciato». Ecco perché Costa insiste da anni sullo scavo del Contorta. E adesso punta sul Vittorio Emanuele, per far arrivare le grandi navi in Marittima passando dal canale Malamocco-Marghera.
Fonte: La Nuova di Venezia e Mestre
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