Rccl Usa: «Senza last minute abbiamo di nuovo margini»
Comincia a funzionare la “price integrity policy” lanciata negli Usa cinque mesi fa da Richard Fain, il presidente di Royal Caribbean, per eliminare le promozioni stracciate sotto data: a seconda degli itinerari le offerte si fermano a 10, 20 e anche 30 giorni prima della partenza.
«E sembra chiaro che quando nessuno si aspetta un crollo dei prezzi all’ultimo momento, molti di più prenotano in anticipo, perché sono più sereni e fiduciosi»: lo ha detto lo stesso Fain agli analisti di Wall Street, annunciando gli ottimi risultati del secondo trimestre dell’esercizio, dove il pricing più sostenuto ha contribuito a totalizzare ricavi per 2,06 miliardi di dollari, in linea con le stime e in netto recupero rispetto allo scarso trimestre precedente.
Così anche grazie al carburante a basso costo e ai cambi favorevoli il gruppo rivede al rialzo le stime, e per fine anno sono previsti dividendi tra 4,65 e 4,75 dollari per azione, circa il 20% in più rispetto ai calcoli al ribasso di fine aprile. «È una politica costosa sul breve termine – ha anche detto Fain – ma gli utili del secondo trimestre hanno superato del 34% quelli dello stesso periodo nel 2014, quindi qualsiasi perdita è stata ampiamente compensata».
Dunque Fain ha detto agli analisti che su alcune delle crociere gli sconti saranno bloccati anche a 40 giorni dalla data di partenza. E se Royal Caribbean insisterà, i vantaggi si riverseranno anche sulle agenzie di viaggi. «Probabilmente gli sconti last minute – ha detto Fain agli analisti – sono la cosa che più di tutte irrita gli agenti di viaggi. E noi non ci possiamo permettere di scoraggiarli».
Ma c’è anche altro, come ha notato Jason Liberty, chief financial officer del gruppo: «È una questione di brand. Non è credibile un marchio di alta qualità, con un alto rispetto per l’industria, quando poi la gente può avere il suo prodotto a metà prezzo».
Travel Quotidiano
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