Crociere ai Caraibi: un nuovo sito dalla FCCA per essere informati in tempo reale su tutte le destinazioni
La Florida Caribbean Cruise Association (FCCA) ha recentemente messo a disposizione dei viaggiatori un sito internet, Caribbeanisopen.com, come parte di una campagna milionaria per informarli sullo stato di salute delle destinazioni caraibiche, gran parte delle quali in buone condizioni e nuovamente pronte ad accoglierli dopo i sei devastanti uragani del mese scorso. Il sito include una mappa e lo status aggiornato in tempo reale di 95 porti, fra cui 80 regolarmente operativi e 15, al momento, sotto osservazione: tra questi ultimi figurano St. Thomas e St. Maarten, oltre ai più piccoli Anegada e Jost Van Dyke, nelle Isole Vergini britanniche.
Su un totale di 100 scali nella regione, quindi, circa l’85% sono aperti e in piena attività. Secondo quanto dichiarato lunedì scorso da Michele Paige, presidente della FCCA, tale percentuale è destinata a crescere sino a oltrepassare il 90% nelle prossime settimane.
Fra le 50 destinazioni toccate da Royal Caribbean Cruises Ltd., a detta del presidente e COO Adam Goldstein, soltanto quattro hanno subito gravi danni (St. Maarten, St. Thomas, St. Croix e San Juan), e tutte sono destinate a tornare agibili entro la fine di novembre. Goldstein, che ha personalmente visitato St. Thomas e San Juan assieme ad alcuni alti ufficiali della flotta, ha applaudito la straordinaria capacità di recupero delle popolazioni locali. A Portorico, nonostante l’isola sia stata quasi interamente impattata, sono infatti in buono stato lo scalo di Old San Juan, con capacità alberghiera sufficiente ad accogliere i turisti prima e dopo le crociere, e la fortezza di El Morro, mentre richiederà sicuramente molto più tempo il pieno reintegro della foresta pluviale di El Yunque, popolare meta d’escursione. Per quanto riguarda St. Thomas, invece, Royal si impegna a farvi ritorno il 10 novembre, mentre San Juan e St. Maarten vedranno nuovamente le navi del brand entro la fine dello stesso mese.
Secondo il presidente e CEO di Carnival Corporation & plc Arnold Donald, tuttavia, gran parte dei Caraibi “non è stata colpita dagli uragani”. “Ci aspettiamo il pieno ritorno all’operatività di virtualmente tutte le destinazioni entro le prossime settimane”, ha dichiarato, sottolineando che la grande estensione dell’area caraibica permette ai crocieristi di scegliere fra centinaia di itinerari. “Non c’è miglior modo di sostenere i Caraibi se non quello di andarci in vacanza”, ha concluso. Carnival, attualmente, vanta nella regione più di 60.000 passeggeri imbarcati su 20 navi.
Paige, ricordando come il pronto ritorno dei turisti a Cozumel dopo l’uragano Wilma del 2005 abbia aiutato tale meta a rimettersi in sesto, ha direttamente collegato il rientro delle navi da crociera alla velocità della ripresa: uno scalo, infatti, è in grado di generare almeno mezzo milione di dollari di introiti nell’area circostante. L’impatto di un’intera stagione crocieristica è invece stato oggetto di analisi di un recente studio della FCCA, condotto su un campione di 21 destinazioni: quest’ultimo ne ha rilevato il positivo ritorno economico, quantificabile in 2,4 miliardi di dollari e la creazione di 55.000 posti di lavoro, per un totale di 842 milioni di dollari di salari erogati.
A detta delle principali compagnie, non ci sarà neppure bisogno di attuare una particolare politica in materia di sconti per stimolare nuovamente la domanda. In occasione del rapporto sui guadagni del 26 settembre, immediatamente successivo al peggiore degli uragani, Carnival Corporation ha infatti dichiarato di essere praticamente sold-out nel quarto trimestre 2017 e di avere un outlook positivo per la prima metà del 2018. Royal, dal canto suo, ha ribadito che continuerà a operare come da programma.
Donald, in ogni caso, ha rilevato che potrebbe esserci uno scarto fra il recupero della normalità da parte delle popolazioni locali e la ripresa del turismo, facendo l’esempio di New Orleans, sua città natale. Quest’ultima si trova infatti ancora alle prese con le conseguenze dell’uragano Katrina di dieci anni fa, nonostante il proprio successo come meta di vacanza.
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