Costa Concordia: parla l’ex presidente del Rina – Esclusivo – Rassegna Stampa D.B. Cruise Magazine
L’ex presidente del Registro Navale Italiano, spiega il perché delle sue dimissioni: “L’inchino? Tutti lo fanno, tutti lo sanno”
Era il 17 gennaio scorso quando il Presidente del Rina, Enrico Gianni Scerni a seguito del naufragio della Costa Concordia, si è dimesso dal suo incarico. Un gesto che nessuno ha mai compreso fino in fondo. E di cui i media si sono dimenticati in fretta.
Il Presidente del Registro Navale Italiano si è dimesso o è stato costretto a farlo? E se è stato costretto a presentare le dimissioni, perché?
Dopo nove mesi di silenzio, Panorama.it è riuscito ad intervistare l’ex presidente del Rina per cercare di far un po’ di chiarezza su una “dismissione” che appare ancora molto fumosa.
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Il naufragio della Costa Concordia all’isola del Giglio è avvenuto la sera del 13 gennaio scorso. Enrico Gianni Scerni, ex presidente del Registro Navale Italiano, lei dove si trovava nei minuti in cui si stava consumando la tragedia a bordo della nave?
Quella sera mi trovavo a casa. Avevo appena finito di cenare con la mia famiglia e come tutte le sere girellavo tra lo studio e il salotto.
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Quando è stato informato della tragedia? Non è stato avvertito la sera stessa?
No, assolutamente no. Io sono stato chiamato il mattino successivo, nella prima mattinata. Nessuno dal Rina mi ha avvertito la sera della tragedia. Qualcuno poteva chiamarmi anche la sera stessa ancorché io non avessi deleghe operative nell’azienda.
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Si, però lei è anche l’unico che ha presentato le dimissioni in tutta questa vicenda che ha ancora molti, anzi moltissimi, lati oscuri. Perche si è dimesso?
Ho accettato di dare le dimissioni in quanto non ho ritenuto giusto che di fronte alla perdita di vite umane, potessero prevalere gli interessi economici. Io ho cercato di far prevalere la salvaguardia della vita umana rispetto agli interessi “di bottega” di una nave classificata e del suo armatore che è un cliente significativo del Registro Navale Italiano.
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Lei si è ufficialmente dimesso a seguito di una affermazione sulla pratica degli inchini e sulla consapevolezza degli armatori di questa usanza marinara. Affermazione uscita su un giornale che però lei ha smentito. Ma qual è la reale situazione? Gli armatori sanno o non sanno?
Vi è una mole impressionate di documentazione fotografica che dimostra in modo inoppugnabile che le compagnie di navigazione erano perfettamente a conoscenza della famigerata pratica dell’inchino. Non occorreva una frase scritta su un giornale a svelare questo “segreto” che poi segreto non è. O comunque non lo è mai stato.
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Che rapporti ha lei adesso con il Rina Spa e con Rina fondazione?
Ho un normale rapporto con una azienda da me presieduta per dieci anni. Ma senza alcun legame di tipo professionale.
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Fonte: Panorama.it