Concordia, la fase finale della rotazione in un solo giorno
La manovra avverrà nel mese di settembre. Secondo il responsabile dei lavori di rimozione della Costa Concordia è molto difficile che la nave possa lasciare il Giglio all’inizio del prossimo anno
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”Riguardo alla rotazione” del relitto della nave Costa Concordia ”noi crediamo che la fase finale, cioè quella in cui si passa dall’angolo di 65 gradi alla posizione verticale possa avvenire nell’arco di una giornata”: lo ha detto Franco Porcellacchia, responsabile per Costa Crociere dei lavori di rimozione della Costa Concordia, nel corso della trasmissione tv Uno Mattina.
”La fase più delicata – ha spiegato Porcellacchia parlando della manovra di rotazione del relitto, che dovrebbe avvenire nel mese di settembre – sarà quella iniziale in cui saranno applicati tutti i carichi e quindi le forze sul relitto, una fase in cui la nave sarà ancora incagliata”. Quanto ai tempi, cioè se la nave potrà lasciare il Giglio già all’inizio del prossimo anno, il dirigente di Costa ha detto che ”è molto difficile”. ”In questo progetto è sempre stato molto difficile – ha aggiunto – fare delle ipotesi sui tempi”.
Il responsabile di Costa per la rimozione della Concordia, Franco Porcellacchia, ha anche detto, sui tempi, che ”è ragionevole pensare che questa operazione che ci rimane da fare è molto sensibile alle condizioni atmosferiche. È difficile ipotizzare al momento quale sarà l’entità degli interventi, quindi stabilire una data credo che non sia nemmeno opportuno”. E sulla resistenza del relitto alle intemperie dell’inverno, ha aggiunto che ”abbiamo fatto tutte le possibili valutazioni e in questo ci siamo fatti aiutare da tutti gli esperti, i migliori che erano a disposizione”. Porcellacchia ha detto che si stanno ”completando le operazioni funzionali alla rotazione della nave”. ”Crediamo che la fase finale, cioè quando si passa dall’angolo di 65 gradi fino alla posizione verticale, possa avvenire nell’arco di una giornata. Il momento più delicato è quello in cui verranno applicati i carichi, e quindi le forze, che faranno ruotare la nave”.
”La nave – ha spiegato Porcellacchia – è attualmente a 65 gradi di inclinazione rispetto alla verticale e appoggia sostanzialmente su due speroni di roccia, che hanno certamente penetrato la nave. Si tratterà di esercitare gli sforzi necessari per vincere la resistenza che la nave offre a ruotare, in parte dovuta al proprio peso, in parte dovuta al fatto di essere incastrata su delle rocce”.
Sempre Porcellacchia ha detto che ”possiamo sostanzialmente pensare di dividere in tre fasi la rotazione: la prima è quella in cui vengono applicati gli sforzi e la nave dovrà essere disincastrata, quindi non ci sarà un apparente movimento della nave; la seconda fase invece è quando la nave incomincerà a ruotare e noi valutiamo che questa seconda fase avrà una durata di circa 20 gradi, il compimento di 20 gradi di rotazione: al raggiungimento di questo angolo di rotazione, la nave tenderebbe a ruotare da sola per una situazione di posizione reciproca del baricentro e del punto di rotazione. In questa terza fase la nave ruoterà da sola ma verrà ostacolata dall’entrata in acqua dei cassoni e quindi la rotazione verrà favorita dall’immissione di acqua dentro i cassoni”.
Quindi, ”una volta che la nave sarà nella sua posizione verticale inizierà tutta un’attività da parte dei nostri tecnici per verificare le condizioni reali del lato dritto, che attualmente è immerso e di cui fino ad oggi non è stato possibile valutare l’entità del danno”. ”Quando la nave sarà diritta sapremo le condizioni di questo lato e quindi saremo in grado di ipotizzare gli interventi strutturali da mettere in atto così da sistemare su quel lato i cassoni che daranno la possibilità di rendere galleggiante la nave”. ”Da 20 giorni eseguiamo l’aspirazione delle acque, da zone interne della nave, selezionate, tramite un sistema di pompaggio e le mettiamo su una nave cisterna che staziona nelle vicinanze” ha concluso.
Fonte: Il Tirreno
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