Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti contro Princess Cruises: maxi sanzione da 40 milioni di dollari per inquinamento dei mari
Quaranta milioni di dollari, la più grande sanzione in tema di inquinamento ambientale che abbia mai colpito l’industria crocieristica. E’ il risultato del patteggiamento raggiunto tra il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e il premium brand Princess Cruises in seguito ad una lunga serie di indagini condotte negli ultimi 3 anni e partite da accuse relative al dumping illegale di rifiuti di olio contaminato a bordo della nave Caribbean Princess.
Le prime verifiche erano state avviate dopo che la US Coast Guard aveva ricevuto informazioni dalla Maritime and Coastguard Agency britannica circa le dichiarazioni di un ingegnere neo assunto, in servizio sulla Caribbean Princess, che aveva raccontato di un “tubo magico” usato il 23 agosto 2013 per scaricare illegalmente rifiuti oleosi al largo della costa dell’Inghilterra. L’ingegnere risolse la sua posizione lavorativa una volta che la nave raggiunse il porto di Southampton ed in quella occasione il primo ingegnere di bordo avrebbe disposto, secondo le accuse del Dipartimento di Giustizia, di nascondere il tubo magico e suggerito caldamente ai suoi collaboratori di non raccontare l’accaduto.
Accuse del tutto fondate a quanto pare, grazie anche a prove fotografiche fornite dalla Maritime and Coastguard Agency britannica alla US Coast Guard che dimostrerebbero inequivocabilmente l’avvenuto scarico dei rifiuti.
Terminata la stagione europea e con la sicurezza delle prove fotografiche, Caribbean Princess venne quindi ispezionata dalla US Coast Guard a New York il 14 settembre 2013, intervento durante il quale numerosi membri di equipaggio continuarono a nascondere l’accaduto, in conformità con gli ordini ricevuti dal primo ingegnere.
Secondo i documenti depositati in tribunale, è emerso che la nave avrebbe praticato tale tecnica per il tramite di attrezzature dedicate dal 2005, un anno dopo la sua entrata in servizio. Nello specifico, l’episodio dell’agosto 2013 riguardò circa 4.227 litri di rifiuti oleosi, scaricati 23 miglia al largo della costa dell’Inghilterra, entro la zona economica esclusiva del paese. Durante l’operazione, gli ingegneri di bordo raccolsero contemporaneamente campioni di acqua pulita di mare, così da generare un report falso e dimostrare un altrettanto falso scarico legittimo.
Ma non è tutto. Oltre all’utilizzo del tubo incriminato, il Dipartimento di Giustizia americano avrebbe scoperto due ulteriori pratiche illegali che avrebbero avuto luogo sulla Caribbean Princess e su altre quattro navi della flotta: Star Princess, Grand Princess, Coral Princess e Golden Princess.
Una consisteva nell’aprire una valvola di acqua salata quando i rifiuti di sentina venivano elaborati dai sistemi di separazione dell’acqua dal contenuto oleoso. Lo scopo era quello di falsare i risultati delle analisi dei rifiuti così da consentire alla nave di continuare a scaricarli in mare. Tale tecnica sarebbe stata ripetuta con una certa routine nel 2012 e nel 2013.
La seconda pratica avrebbe invece coinvolto gli scarichi delle acque oleose di sentina provenienti dal troppo pieno dei serbatoi delle acque grigie. Questo tipo di rifiuti sarebbe stato pompato nel sistema delle acque grigie invece di essere trattato come rifiuto oleoso di sentina. Pratiche mai dichiarate, del tutto illegali, ed acque grigie contaminate e scaricate con regolarità dalle navi quando si trovavano a più di quattro miglia nautiche dalla costa.
Accuse, queste, tutte supportate da numerose prove, anche fotografiche, depositate presso il tribunale federale di Miami. Da qui l’immediato patteggiamento, con tanto di scuse della compagnia.
“Siamo estremamente delusi circa le azioni imperdonabili di alcuni nostri dipendenti che hanno violato le nostre politiche e le regole del diritto ambientale quando, deliberatamente, hanno bypassato il nostro sistema di trattamento delle acque di sentina e scaricato acque di sentina non trattate in mare“, ha commentato Jan Swartz, Presidente Princess Cruises. La sua dichiarazione completa è anche stata pubblicata sul canale YouTube della compagnia.
Una brutta storia, dal danno economico legato alla pesante sanzione sicuramente importante. Ancora di più, forse, il danno in termini di immagine, specie in un contesto di mercato sempre più attento alle tematiche ambientali e alla massima sostenibilità.
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