Ecco il piano di Costa Crociere

Sino a cento trasferimenti ad Amburgo, ma la sede rimarrà a Genova. Accorpate funzioni tecnico operative con la compagnia tedesca Aida

 

Michael ThammL’obiettivo è razionalizzare alcune funzioni: oggi ognuno dei cinque brand europei del gruppo Carnival (Costa, Aida, IberoCruceros, P&O, Cunard) ha propri uffici tecnici e acquisti, e il colosso delle crociere americano ha aperto la partita della razionalizzazione sotto un unico ombrello. L’accentramento sta riguardando a livello mondiale tutto il gruppo che creerà presto grandi centri tecnico operativi per rendere più efficienti alcuni processi, accorpandoli ad Amburgo (per l’Europa) e Shanghai per l’emergente mercato asiatico. Costa Crociere non sarà esclusa da questi grandi movimenti. A quanto risulta al Secolo XIX/The Meditelegraph e confermato da più fonti, alla sede di Amburgodovrebbero trasferirsi da Genova tra le 60 e le 80 unità, ma il tetto massimo sarà sicuramente fissato a 100. In Germania ha sede anche Aida, altro marchio del gruppo che manterrà la sede a Rostock, ma condividerà con Costa alcune divisioni operative che saranno accorpate proprio ad Amburgo.

Le cifre non sono ancora precise perchè il piano è in fase di limatura e ufficialmente doveva essere reso noto entro Marzo. Si tratta di dipendenti che svolgono attività operative all’interno di diverse divisioni: ruoli tecnici, tra cui anche una parte relativa agli acquisti. Rimarranno sicuramente a Genova invece tutti gli altri uffici, comprese la parte direzionali e il call center: sono due aspetti che avrebbero inciso particolarmente su qualità e numero dei trasferimenti, ma non si muoveranno da Genova. La testa pensante della compagnia e la sede, rimarranno nel capoluogo ligure e lo stesso accadrà con gli operatori del call center che da poco sono stati trasferiti nei nuovi uffici accanto alla sede centrale di Piazza Piccapietra. Un investimento che Costa Crociere ha effettuato non molto tempo fa con il trasferimento degli uffici di Sampierdarena verso il centro città e che vorrebbe valorizzare al massimo.

Costa Crociere conta attualmente più di 1.000 dipendenti e già a dicembre i vertici della compagnia avevano comunicato che entro tre mesi avrebbero reso noti i piani dei trasferimenti. Il dossier potrebbe aver preso un’improvvisa accelerazione negli ultimi tempi e l’amministratore delegato Michael Thamm dovrebbe comunicare a breve novità su questo fronte. Il dossier, quando sarà reso noto, ma che il Secolo XIX è già in grado di anticipare, dovrebbe anche tranquillizzare sulla bandiera italiana che continuerà a sventolare ancora sulla navi della compagnia. Questo passaggio è un tassello importante per comprendere il futuro di Costa, legato dunque ancora a Genova. In ogni caso venerdì i sindacati si incontreranno con l’azienda in modo formale e il quadro andrà chiarendosi. «Siamo molto preoccupati e continuiamo a monitorare la situazione» spiega Mauro Scognamillo della Fit Cisl che sarà presente all’incontro di venerdì.

Dalla compagnia per ora non trapela nulla e in attesa della voce dei vertici di Piazza Piccapietra, Costa continua a ribadire: «La nostra sede principale si trova a Genova dove impieghiamo oltre 1.000 persone. Solo negli ultimi due anni abbiamo assunto 200 nuove persone per questa sede. La nostra strategia aziendale, finalizzata alla continua crescita, ci impone di adeguare costantemente le nostre strutture organizzative. I risultati della nostra ultima analisi saranno disponibili tra alcuni mesi». Quando nel 1997 Costa Crociere venne acquistata dal gruppo Carnival, la politica genovese fece ponti d’oro per mantenere il quartier generale della compagnia in città: l’allora ministro Claudio Burlando (che nei prossimi giorni incontrerà Thamm proprio per chiedergli lumi sul piano-Costa) fu l’artefice dell’estensione dei benefici fiscali del registro internazionale anche alle navi da crociera, e la mossa fu provvidenziale per convincere gli americani, che avevano già messo gli occhi su Montecarlo, a mantenere la Costa a Genova, triplicando i dipendenti e creando il polo mediterraneo del gruppo di Micky Arison.

Fonte: The Medi Telegraph

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Redazione

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